Con il termine Gender Gap (disparità di genere) si intende il divario sociale, economico, politico e lavorativo esistente tra uomini e donne.
L’Eige, l’Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere, calcola da anni un indicatore composito, il gender equality index, con cui viene misurato il divario di genere nei Paesi membri dell’Ue.
L’indicatore valuta vari aspetti, tra cui l’accesso al lavoro, il Sistema Sanitario, l’istruzione, l’occupazione di posizioni apicali, per offrire la misurazione di un indice completo delle disuguaglianze di genere. Secondo questo indicatore, l’Italia risulta essere al 14esimo posto. Al di sotto della media europea.
Una problematica seria che non può non toccare anche l’ambito della Sicurezza sui luoghi di lavoro.
L’EU-OSHA, l’Agenzia Europea per la Salute e Sicurezza sul Lavoro, evidenzia che nelle professioni, condizioni lavorative e modalità di trattamento continuano a esistere importanti differenze di genere. Tra le problematiche maggiormente riscontrate, il fatto che le lavoratrici sono sottorappresentate e svolgono mansioni spesso erroneamente considerate sicure e semplici. Elementi che, uniti ad altri fattori, non vengono riconosciuti nella prassi in materia di Salute e Sicurezza e possono portare a sottovalutare i rischi correlati a carichi di lavoro e di stress.
I dati dell’INAIL degli ultimi anni confermano questo divario. Il rischio strada, ad esempio, mostra un aumento dell’incidenza di infortuni mortali avvenuti in itinere (nel percorso tra casa e luogo di lavoro) che interessa soprattutto le donne. Si tratta di una chiara conseguenza della diseguale distribuzione del lavoro di cura, dentro e fuori i nuclei familiari. La maggiore probabilità di rischio infortunio è spesso dovuta alla difficoltà di conciliazione tra vita professionale e privata, alla frequenza degli spostamenti e ai turni stancanti di alcune professioni spesso occupate da donne (come medico, infermiera, assistente sociale).
Condizioni a cui vanno aggiunte le forme di occupazione soggette a rischio licenziamento, discriminazione, mobbing. Violenze e molestie sessuali, infatti, rientrano ancora in quella tipologia di rischio che le aziende fanno fatica a rilevare, gestire e impedire. Un fenomeno che in Italia è purtroppo ancora molto significativo.
Per migliorare le attività di prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro è necessaria una valutazione in ottica di genere, finalizzata ad attuare interventi più efficaci e mirati. Da sola, però, non basta: è necessario un profondo cambiamento culturale. Il rispetto della dignità della persona, la tutela della sua salute, fisica e mentale, passano attraverso un lavoro di condivisione e formazione al rispetto reciproco.